Lituania in ottobre al confine con la Bielorussia /Lithuania in october on the border with Belarus
Mi trovo in un boschetto, d'autunno, all'inizio di ottobre. Sin dal mattino cadeva una pioggerellina fitta, sostituita di tanto in tanto dallo splendore tiepido del sole; Le foglie stormivano appena sopra la mia testa, sarebbe bastato solo quel rumore per individuare il periodo dell'anno. Non era il palpito allegro, gioioso della primavera, né il lieve bisbiglio e il prolungato parlottio dell'estate, né il timido e freddo balbettio del tardo autunno, ma un cicalio sonnacchioso, appena percettibile. Un lieve venticello soffiava piano piano sulle cime degli alberi.
L'interno del boschetto, inumidito dalla pioggia, si trasformava di continuo, a seconda che il sole splendesse o si nascondesse dietro le nubi; quando rischiarava era come se tutto il boschetto sorridesse: le foglie già tinteggiate del loro colore autunnale simile a quello dell'uva stramatura, cambiavano all'improvviso e si incendiavano di oro scarlatto, lasciando filtrare la luce, confondendosi e sovrapponendosi davanti agli occhi. Poi all'improvviso tutto si incupiva: i colori accesi si spegnevano all'istante, e alla chetichella, maliziosamente, una pioggerellina minuta si riversava sul bosco mormorando. Il fogliame di qualche albero era ancora quasi tutto verde, sebbene visibilmente impallidito; soltanto qui e là si slanciavano giovani piante, tutte rosse o tutte dorate: era uno spettacolo vederle infiammarsi al sole quando i suoi raggi si infiltravano all'improvviso, scivolando e baluginando attraverso la fitta rete dei rametti sottili appena bagnati dalla pioggia scintillante.
(Tratto, con qualche libero cambio, da "Memorie di un Cacciatore" di I. Turgenev)
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