Nel freddo pungente di un giorno assolato, l’ultimo dell’anno, mi aggiro per le vie del centro di Milano. Le strade sono rumorosamente affollate di persone e mezzi di trasporto, tutti spasmodicamente a caccia del superfluo, necessario per le celebrazioni di rito di questa sera. Ad un tratto alzo lo sguardo verso i tetti che mi sovrastano, adornati da tanti bei svettanti camini. E se mi elevassi alla quiete di lassù, lontano da questo chiasso pre-festaiolo ? La mia caminata silente comincia adesso, fra comignoli di ogni forma e colore, dalle fogge più bizarre alle geometrie più particolari. Ne fotografo moltissimi, ve ne mostro alcuni. Non trovo, nella letteratura che ho a disposizione, una storia dei camini cittadini e dei loro diversissimi stili, talvolta presenti in bella mostra nel medesimo edificio. Interrogo gli oceani dell’informazione, Google, Yahoo e Libero, che mi restituiscono solo poche notizie, per lo più commerciali. Eppure i birilli rossicci della miseria, come Gadda chiamava questi testimoni muti di un’epoca ormai scomparsa, sono stati e costituiscono un elemento architettonico importante che contribuisce profondamente alla visione di insieme di una città, di un quartiere, di un palazzo. I numerosi sbuffi di vapore che fuoriescono dalle tante bocche sembrano indicare come questo mondo non sia del tutto sparito: è semplicemente e discretamente nascosto. Esiste una economia sommersa, meglio dire … sopraelevata, che mantiene in efficienza questa fonte energetica mai rinnovata. Chi di voi utilizza ancora i camini nelle città, chi ne conosce la storia ?







2 commenti:
Che belle foto, Andrea!
Ti ho risposto da me :-)
Ciao Andrea, buon anno!
Davvero belle le tue foto. Nelle riviste di arredamento e in particolare su "il camino" credo che tu possa trovare qualche informazione, comunque lo tengo presente e se mi capita qualcosa ti scrivo.
A presto!
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