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martedì 12 febbraio 2008

APPUNTI DI VIAGGIO SULLE ISOLE VERGINI / TRAVEL NOTES ON VIRGIN ISLANDS

VI 1



Il sole, basso sull'orizzonte, era ancora ben visibile quando il nostro aereo si è posato dolcemente sulla pista di Charlotte Amalie, isola di St. Thomas. Durante lo scalo di Miami, a causa di un cargo in fiamme, avevo visto per la prima volta dei pompieri attraversare diagonalmente un aereoporto a sirene spiegate. Sentire nuovamente la terra sotto le palme dei piedi e il profumo del mare al tramonto sono cose che comunque ti fanno apprezzare con maggiore intensità la vita.
Sistemati i bagagli in camera, nuoto fluido nell'aria della hall/cortile all'aperto dell'albergo, desideroso di esplorare i nuovi territori. Mi accorgo di essere l'unico bianco in quell'edificio. Gli ospiti sono per lo più bambini di una scuola di St. Croix, la maggiore delle Isole Vergini, in gita scolastica, appunto. Sorrido fra me e me e mi avvio a compiere una breve passeggiata sul lungomare sotto le luci delle prime stelle, impallidite da una falce di luna.
Durante la cena si avvicina uno strano individuo che gonfia palloncini per costruire coroncine e buffi animaletti. Ne compro un paio per fare conversazione. Racconta che è di New York e con poche parole tratteggia la sua filosofia di vita: - I work for tips-, lavoro per le mance. Aggiunge che il suo futuro non è meno incerto di quello di altri, ma per lui, più libero e sereno. Poco dopo, l'unico altro bianco finora incontrato in questo fazzoletto di mondo, mi saluta e scompare nella notte.
Non sono nemmeno le nove di sera, la hall è deserta. I bambini, suppongo, dormono. Mi dirigo verso il bar e inizio a parlare con il barman e sua moglie. Una chiacchera tira l'altra, ci ritroviamo tutti seduti intorno ad un tavolo, con una birra in mano, come se ci conoscessimo da sempre. Chiedo:- Come si vive alle Isole Vergini ?
- Abbastanza bene - risponde lui - essere cittadini americani, anche se di serie B, ci dà dei vantaggi - Chiarisce, con tono un po' amaro - I nostri rappresentanti possono partecipare alla vita politica del nostro paese di appartenenza, gli Stati Uniti, senza avere però nessun diritto di voto. La vita qui è comunque piacevole tranne quando arrivano gli Hurricanes, gli uragani.
Non aspetta la mia ovvia domanda e prosegue - Prima dell'arrivo di un uragano, se sei stato previdente, hai un luogo sicuro dove mettere tutte le stoviglie e le cose fragili della tua casa. Poi ti chiudi in cantina e per 18-24ore è come se un gigante scuotesse le fondamenta della tua abitazione. I terremoti più terribili durano decine di secondi forse qualche minuto, qui tutto trema con estrema violenza per un giorno intero e anche più. In queste occasioni trovare del whisky diventa difficilissimo perchè tutti vogliono cercare di non pensare, di esserci il meno possibile. I venti arrivano a 100-150 miglia l'ora sollevando terra, sassi, alberi. Vola ogni cosa e qualunque ora del giorno possa essere, cala un buio assoluto. Non so come sarà il paradiso, ma ho già una idea abbastanza chiara dell'angoscia dell'inferno...
Si ferma lasciando le ultime parole in sospensione: ha raccontato tutto di un fiato e senza pause. Per parecchi secondi ci guardiamo tutti negli occhi, in eloquente silenzio. Provo a rompere il ghiaccio dicendo che recentemente mi è capitato di lavorare nei dintorni di Chicago, in un posto famoso per i Tornado, i Twisters. Ho avuto due allarmi nel periodo della mia permanenza, che però non si sono concretizzati in veri Tornado. Lì mi raccontavano che i Twisters sono di incredibile intensità ma molto concentrati nella loro azione e che quindi, viste le distanze in gioco, è ben difficile che passino proprio sopra una casa. Il pericolo che ne deriva è dato dalla grande quantità di oggetti lanciati in aria dalla loro furia devastatrice. Mi avevano riferito infatti di un caso in cui vi erano state diverse vittime causate da una macchina precipitata da considerevole altezza sul tetto di una abitazione. - Anche gli Hurricanes possono essere concentrati nella loro azione - mi risponde ripetendo alla lettera la mia frase precedente - alcuni anni fa un uragano - (credo si riferisse a
Marilyn) - distrusse ogni cosa a St. Thomas, lasciando quasi intatta St. John che si trova proprio qui davanti a sole tre miglia di distanza. Gli Hurricanes sono bestie feroci che a volte scelgono con molta cura le loro vittime.
Tace nuovamente, poi, pentendosi di avere dipinto una realtà troppo cruda, aggiunge - Ma voi qui vi divertirete, andate a St. John, è bellissima, le sue spiagge sono famose e vi piaceranno moltissimo. Questo luogo è un paradiso tutto l'anno, tranne quei pochi giorni - qui il suo tono di voce si abbassa e poi si riprende - il periodo brutto è agosto-settembre, mancano tanti mesi, non vi dovete preoccupare. Ride fragorosamente, poi s'interrompe all'improvviso e tace.
L'indomani, avendo già programmato di andare a Tortola, Isole Vergini Britanniche, mi reco al molo per l'imbarco, puntuale per la partenza delle 9.30. Passano le 10.00, le 10.30. Alle 11.00 non vi è traccia di nessuna nave nè in partenza, nè in arrivo. Ho capito male ? Forse, ma devono averlo fatto anche la decina di persone, per lo più autoctone, che si sono accumulate nel frattempo sulla banchina. Alcuni mi guardano, sorridono, dicono Tomorrow...maybe e ridono di cuore. OK, aveva ragione il nostro barman, andiamo a St. John, ma questa è un'altra storia.
(Continua 1)

VI 01 spiaggiaVI 06

1 commenti:

salam ha detto...

Complimenti hai un modo di scrivere le tue esperienze in giro per il mondo semplicemente divino. Inoltre hai proprio un bel occhio per le foto.
ciao
Mario